Tre cose doranno essere esaminate in questo capitolo:1. I nomi che il Talmud usa per i cristiani. 2. In che maniera il Talmud dipinge i cristiani. 3. Che cosa dice il Talmud del culto religioso dei cristiani. Articolo I. - I Nomi dati ai Cristiani nel Talmud - Come nelle nostre lingue i cristiani derivano il loro nome da Cristo, così nella lingua del Talmud i cristiani sono chiamati Nostrim, da Gesù Nazzareno. Ma i cristiani sono anche chiamati con i nomi usati nel Talmud per indicare tutti i non ebrei: Abhodah Zarah, Adum, Obhde Elilim, Minim, Nokhrim, Edom, Amme Haarets, Goim, Apikorosim, Kuthrim. 1. Abhodah Zarah - Culto strano, idolatria. Il Trattatello talmudico sull'idolatria è intitolato come segue: Obhde Abhodah Zarah - Adoratori di idoli. Che Abhodah Zarah veramente significhi culto degli idoli appare chiaro dal Talmud stesso: 'Venga Nimrod a testimoniare che Abramo non era un servo di Abhidah Zarah.' ...
... Ma nei giorni di Abramo non esisteva nessun culto strano, nè dei turchi nè dei nazzareni, ma solo il culto del vero Dio e l'idolatria. Nello Schabbath (ibid. 82a), si legge: "Il rabbino Akibah dice: Come sappiamo che Abhodah Zarah, come una donna immonda, contamina coloro che l'accettano? Perchè Isaia dice: Tu dovrai eliminarli come un panno da mestruazioni; e dirai ad esso, Vattene via,".
Nella prima parte di questo versetto si fa menzione degli idoli d'oro e d'argento.
Anche il dotto Maimonide dimostra chiaramente che gli ebrei considerano i cristiani Abhodah Zarah. Nel Perusch (78c) si legge:
"E si sappia che i cristiani che seguono Gesù, sebbene i loro insegnamenti siano diversi, sono tutti adoratori di idoli (Abhodah Zarah)."
2. Akhum - Questa parola è costituita dalle lettere iniziali delle parole Obhde Kokhabkim U Mazzaloth - adoratori di stelle e pianeti. Fu così che gli ebrei da principio descrissero i gentili che erano privi della conoscenza del vero Dio. Ora, comunque, la parola Akum nei libri degli ebrei, specialmente nello Schulkhan Arukh, si applica ai cristiani. Ciò è evidente in numerosi passi:
Nell'Orach Chaiim (113,8) coloro che usano una croce sono chiamati Akum. Nello Iore Dea (148,5,12) coloro che celebrano le feste di Natale e del Nuovo Anno, otto giorni dopo, sono chiamati adoratori delle stelle e dei pianeti:
"Così che se, anche in questi tempi, un regalo è inviato all'Akum l'ottavo giorno dopo Natale, che essi chiamano il Nuovo Anno," ecc.
3. Obhde Elilim - Servi di idoli. Questo nome ha lo stesso significato di Akum. I non ebrei vengono spesso indicati con questo nome. Nell'Orach Chaiim, per esempio (212,,5), si legge:
"Non si dovrà pronunciare benedizione su incenso che appartenga ai servi di idoli."
Ma in quel tempo, quando lo Schulkhan Arukh fu scritto, non c'erano 'servi di idoli' fra coloro che vivevano con gli ebrei. Così per esempio, l'autore del Commentario sullo Schulkhan Arukh (intitolato Magen Abraham), il rabbino Calissensis, che morì in Polonia nel 1775, dice alla nota 8, sul No. 244 dell'Orach Chaiim (dove si permette di finire un lavoro di sabato con l'aiuto di un Akum): "Qui nella nostra città sorge la questione sul prezzo da pagarsi a coloro che adorano le stelle e i pianeti per spazzare la pubblica via quando lavorano di sabato."
4. Minim - Eretici. Nel Talmud, coloro che possiedono libri chiamati Vangeli sono eretici. Così in Schabbath(116a) si legge:
"Il rabbino Meir chiama i libri dei Minim Aven Gilaion (volumi iniqui) perchè li chiamano Vangeli."
5. Edom - Edomiti. Il rabbino Aben Ezra, quando parla dell'Imperatore Costantino che cambiò religione e mise sul suo stendardo l'immagine di colui che fu appeso, aggiunge:
"Roma perciò si chiama il Regno degli Edomiti."
E il rabbino Bechai, nel suo Kad Hakkemach (fol. 20a, su Isaiah, cap. LXVI,17) scrive:
"Sono chiamati Edomiti coloro che muovono le loro dita 'qui e qui'" (coloro che fanno il segno della croce).
Nello stesso modo il rabbino Bechai, commentando le parole di Isaia (loc. cit.), "coloro che mangiano la carne di maiale" aggiunge: "Questi sono gli edomiti." Il rabbino Kimchi, comunque, li chiama "cristiani." E il rabbino Abarbinel, nel suo lavoro Maschima Ieschua (36d) dice: "I nazzareni sono romani, i figli di Edom."
6. Goi - Razza o popolo. Per indicare un uomo, gli ebrei dicono anche Goi - un gentile; per indicare una donna gentile, Goiah. A volte, ma molto raramente, gli israeliti vengono chiamati con questo nome. Per lo più, esso è applicato ai non ebrei, o idolatri. Nei libri ebraichi che trattano dell'idolatria, gli adoratori degli idoli sono spesso chiamati con questo solo nome Goi. Per questo motivo, in edizioni più recenti del Talmud, l'uso della parola Goi viene evitato di propostio e altre parole vengono usate al suo posto per i non ebrei.
E' un fatto noto che nella lingua ebraica, gli ebrei chiamano i cristiani fra cui abitano, Goim. E gli ebrei stessi non lo nevano. A volte, nelle loro riviste popolati, essi dicono che questa parola non significa niente di male o di nocivo. Ma il contrario può essere verificato nei loro libri scritti in ebraico. Per esempio, nel Choshen Hammischpat (34,22), il nome Goi si usa in senso diffamatorio:
"I traditori gli epicurei e gli apostati sono peggiori dei Goim."
7. Nokhrim - Stranieri, forestieri. Questo nome viene usato per tutti coloro che non sono ebrei, e perciò anche per i cristiani.
8. Amme Haarets - Gente della terra, idioti. Alcuni dicono che, con questo nome, non si indicano persone di altre razze, ma solo persone incolte e rozze. Esistono comunque dei passi che non lasciano nessun dubbio sulla questione. Nella Sacra Scrittura, Libro di Esra, cap. X, 2, si legge: Noi abbimo peccato contro il nostro Dio, ed abbiamo preso mogli straniere (nokhrioth) del popolo della terra. Che le parole popolo della terra denotino gli idolatri risulta chiaro in Zohar,I,25a: "Il popolo della terra - Obhde Abhodah Zarah, idolatri."
9. Basar Vedam - Carne e sangue; uomini carnali destinati alla perdizione e che non possono entrare in comunione con Dio. Che i cristiani siano carne e sangue, lo dimostra il libro di preghiere:
"Chiunque incontri un saggio e colto cristiano può dire: Sia tu benedetto o Signore, Re dell'Universo, che hai dispensato un po' della tua saggezza alla Carne e Sangue," ecc.
Nello stesso modo, in un'altra preghiera, nella quale gli ebrei chiedono a Dio di ripristinare il regno di Davide e di inviare Elia e il Messia, ecc., essi gli chiedono di togliere da loro la povertà in maniera di non aver bisogno di accettare dei regali dalla "carne e sangue," nè di commerciare con loro, e nemmeno di cercare di ottenere uno stipendio da loro.
10. Apikorosim - Epicuirei. Sono chiamati con questo nome tutti coloro che non osservano i precetti di Dio, come pure tutti coloro che, anche se ebrei, esprimono giudizi privati in materia di fede. Quanto più tratterano in questa maniera un cristiano!
11. Kuthim - Samaritani. Ma dato che non ci sono più dei samaritani, e dato che, nei libri ebraici recenti, si parla molto spesso di samaritani, può esserci alcun dubbio sul fatto che con questa parola si intendano i cristiani?
Inoltre, in questa faccenda di attribuire un nome a coloro che non sono ebrei, si deve notare in particolare che negli scritti ebraici questi nomi vengono usati indiscriminatamente e indifferentemente con lo stesso significato. Per esempio, nel trattatello Abhodah Zarah (25b) viene usata la parola Goi, ma nello Schulchan Arukh (Iore Dea 153,2) viene usato il termine Akum. Kerithuth (6b) usa Goim; Jebhammoth (61a) usa Akum, Abhodah Zarah (2a) usa Obhde Elilim: Toseph usa Goim e Obhde Ab, Choshen Hammischpat (edizione veneziana) usa Kuthi; (Slav, ed.) Akum. E si potrebbero citare molti altri esempi.
Nel suo libro sull'Idolatria, Maimonide chiama indiscriminatamente idolatri tutti costoro: i Goim, gli Akum, gli Obhde Kokhabhim, gli Obhde Elilim, ecc.
Articolo II - Ciò che il Talmud Insegna Sui Cristiani
Nel capitolo precedente abbiamo visto che cosa gli ebrei pensino del Fondatore della religione cristiana, e quanto essi abborriscano il suo nome. Stando così le cose, non ci si può aspettare che possano nutrire un'opinione migliore su coloro che seguono Gesù Nazzareno. Infatti, non si può immaginare nulla di più abominevole di ciò che hanno da dire sui cristiani. Dicono che sono idolatri, il peggior tipo di persone, molto peggiori dei turchi, assassini, fornicatori, animali impuri, simili a immondizia, indegni di essere chiamati uomini, bestie in forma umana, degni del nome di bestie, mucche, asini, maiali, cani, peggio dei cani; che si propagano nella maniera delle bestie, che sono di origine diabolica, che le lor anime vengono dal diavolo e che dopo la morte ritornano al diavolo nell'inferno; e che perfino il corpo di un cristiano morto non è meglio di quello di un animale.
1. IDOLATRI
Dato che i cristiani seguono gli insegnamenti di quell'uomo, che gli ebrei considerano Seduttore e Idolatra, e dato che essi lo adorano come Dio, ne consegue chiaramente che essi meritano il nome di idolatri, non diversamente di coloro fra i quali gli ebrei erano vissuti prima della nascita di Cristo, e che, secondo il loro insegnamento, dovevano essere sterminati in tutte le maniere possibili.
Ciò è meglio dimostrato dai nomi usati per i cristiani e dalle inequivocabili parole di Maimonide che dimostrano che tutti coloro che portano il nome di cristiani sono idolatri. E chiunque esamini i libri ebraici che trattano degli "Adoratori delle Stelle e dei Pianeti" degli "Epicurei," dei "Samaritani," ecc., non può che concludere che questi idolatri altro non sono che i cristiani. I turchi sono sempre chiamati "Ismaeliti," mai idolatri.
2. I CRISTIANI SONO PEGGIO DEI TURCHI
Maimonide nel suo Hilkhoth Maakhaloth (cap. IX) dice:
"Non è permesso bere il vino di uno straniero che si converte, cioè di una persona che accetti i sette precetti di Noè, ma è permessotrarne qualche beneficio. E' permesso lasciarlo solo con del vino, ma non metterglielo di fronte. Lo stesso è permesso nel caso di tutti i gentili che non sono idolatri, come i turchi ((Ismaeliti)). All'ebreo, comunque, non è permesso bere il loro vino (((degli idolatri - ndt))), anche se ciò può essere usato a suo vantaggio. Tutti i rabbini più conosciuti sono d'accordo su questo punto. Ma dato che i cristiani sono idolatri, non è permesso nemmeno usare il loro vino a proprio vantaggio."
3. ASSASSINI
Nell' Abhodah Zarah (22a) si dice:
"L'ebreo non deve associarsi con i gentili in quanto questi indulgono nello spargimento di sangue."
In modo simile, nello Iore Dea:
"L'Israelita non si deve associate con gli Akum ((cristiani)) perchè indulgono nello spargimento di sangue."
Nell' Abhodah Zarah (25b) si dice:
"I rabbini hanno insegnato: Se un Goi si affianca ad un israelita lungo la strada, egli ((l'ebreo)) deve camminare alla sua destra. Il rabbino Ismaele, il figlio del rabbino Jochanan, il nipote di Beruka, dice: Se il Goi porta una spada, l'ebreo deve camminare alla sua destra. Se il Goi porta un bastone, l'ebreo dovrà camminare alla sua sinistra. (((la traduzione è letterale, ma si può avere un significato logico solo se al posto delle parole 'alla sua destra' e 'alla sua sinistra' si usano rispettivamente 'alla sua sinistra' e 'alla sua destra' - ndt))) Se sta salendo un pendio o scendendo in ripida discesa, l'ebreo non deve camminare davanti con il Goi dietro, ma l'ebreo deve camminare dietro e il Goi davanti, nè si deve abbassare di fronte a lui per tema che il Goi gli possa spaccare il cranio. E se il gentile dovesse chiedere all'ebreo fino a dove deve andare, egli dovrà far finta di andare molto lontano, come disse Giacobbe, nostro padre, all'empio Esaù: Fino a che non arrivo dal mio Signore a Seir (Gen. XXXIII, 14-17), ma (((qui ci sarebbe da precisare il soggetto del verbo che segue e che dovrebbe essere la sacra scrittura - ndt))) aggiunge: Giacobbe è partito (meglio, andò) per Sukoth."
Nell' Orach Chaiim (20,2) si dice:
"Non vendere il tuo soprabito (Talith) con le frange ad un Akum, affinchè egli non si unisca ad un ebreo per la via e lo uccida. E' anche proibito fare a cambio del soprabito con un gentile, o venderglielo, eccetto che per breve tempo quando non ci sia niente da temere da lui."
4. FORNICATORI
Nell' Abhodah Zarah (15b) si dice:
"Gli animali di sesso maschile non dovranno essere lasciati nelle stalle dei gentili con i loro uomini, nè gli animali di sesso femminile con le loro donne; tanto meno dovranno gli animali di sesso femminile essere lasciati con i loro uomini, e di sesso maschile con le loro donne. Nemmeno le pecore dovranno essere lasciate in custodia ai loro pastori; nè si dovrà avere con loro (((con i gentili - ndt))) alcun rapporto sessuale; nè i bambini dovranno essere loro affidati per imparare un mestiere o a leggere."
Un po' più avanti, nello stesso trattatello (22a), si spiega il motivo per cui gli animali non devono essere lasciati nelle stalle dei gentili, e perchè agli ebrei non è permesso di avere rapporti sessuali con loro (((i gentili - ndt))):
"Non si deve permettere che gli animali si avvicinino ai Goim, perchè si sospetta che (((questi ultimi - ndt))) abbiano rapporti sessuali con loro. Nè le donne dovranno coabitare con i Goim in quanto sono esageratamente sessuali."
A pag. 22b dello stesso libro si spiega il motivo per cui gli animali, specialmetne se di sesso femminile, devono essere tenuti lontani dalle loro donne (((dalle donne ebraiche - ndt))).
"...perchè quando gli uomini gentili vengono alle case dei loro vicini per commettere adulterio con le loro mogli e non le trovano a casa, essi fornicano con le pecore nelle stalle. E a volte, anche quando le mogli dei loro vicini sono a casa, essi preferiscono fornicare con gli animali; essi infatti amano le pecore degli israeleiti più delle loro proprie donne."
E' per lo stesso motivo che non si devono affidare degli animali alle cure dei pastori dei Goim, nè i bambini ai loro maestri.
5. IMMONDI
Il Talmud fornisce due motivi per cui i Goim sono immondi: perchè essi mangiano cose immonde, e perchè non sono stati purificati (dal peccato originale) sul Monte Sinai. Nello Schabbath (145b), si dice:
"Perchè i Goim sono immondi? Perchè essi mangiano cose abominevoli e animali che strisciano sul ventre."
In maniera simile, in Abhodah Zarah 22b:
"Perchè sono immondi i Goim? Perchè essi non erano presenti sul monte Sinai. Infatti, quando il serpente entrò in Eva, egli le infuse l'immondizia. Ma gli ebrei furono purificati da ciò sul Monte Sinai; i Goim, comunque, che non erano sul Monte Sinai, non furono purificati."
6. PARAGONATI AD ESCREMENTI
"Quando dieci persone pregano insieme in un posto e dicono Kaddisch, oppure Kedoschah, tuutti, anche se non sono del luogo, possono rispondere Amen. Ci sono alcuni, comunque, che dicono che non deve essere presente nessun escremento o Akum."
Nello Iore Dea, (198 48) Hagah, si dice:
Quando le donne ebree escono dal bagno, devono cercare di incontrare un amico per primo, e non una persona immonda o un cristiano. Se per caso lo incontrano, infatti, se vogliono mantenersi pulite, dovranno tornare a fare il bagno."
Vale la pena di notare che il seguente elenco di cose immonde viene presentato nel Biur Hetib, un commentario sullo Schulchan Arukh:
"Le donne dovranno lavarsi di nuovo se vedono unca cosa immonda, come un cane, un asino, o Gente della Terra; un cristiano (Akum) un cammello, un maiale, un cavallo ed un lebbroso."
7. NON SIMILI AGLI UOMINI, MA ALLE BESTIE
Nel Kerithuth (6b p. 78) si dice:
"L'insegnamento dei rabbini è il seguente: Colui che versa olio su di un Goi, e su corpi morti viene liberato dalla punizione. Questo è vero per un animale perchè non è un uomo. Ma come si può dire che versando olio su di un Goi si sia liberati dalla punizione, dato che un Goi è anche un uomo? Ma questo non è vero: sta infatti scritto: Tu sei il mio gregge, il gregge del mio pascolo sono gli uomini (Ezechiele, XXXIV, 31). Voi perciò siete chiamati uomini. ma i Goim non sono chiamati uomini."
Nel trattatello Makkoth (7b) si dice che una persona sia colpevole di assassinio "eccetto quando, intendendo uccidere un animale, egli uccide per sbaglio un uomo, o, intendendo uccidere un Goi, egli uccide un israelita."
Nell' Orach Chaiim (225,10) si dice:
"Colui che vede delle belle creature, anche se si tratta di un Akum o di un animale, egli dovrà dire 'Benedetto sia tu Signore Nostro Dio, Re dell'Universo, che han messo tali cose sulla terra!'"
8. SONO DIVERSI DAGLI ANIMALI SOLO PER LA FORMA
Nel Midrasch Talpioth (fol. 225d) si dice:
"Dio li creò in forma d'uomini per la gloria di Israele. Ma gli Akum furono creati per il solo scopo di servirli ((gli ebrei)) giorno e notte. Nè essi potranno mai essere sollevati da tale servizio. E' conveniente che il figlio di un re ((un israelita)) sia servito da animali nella loro forma naturale e da animali sotto forma di esseri umani."
Possiamo citare a questo punto anche quanto è detto nell' Orach Chaiim, 57,6a:
"Se si deve avere compassione dei maiali quando soffrono a causa di una malattia, in quanto i loro intestini sono simili ai nostri, quanto più si dovrà avere compassione per gli Akum afflitti nello stesso modo."
9. ANIMALI
Nello Zohar, II, (64b) si dice:
"... la gente che adora gli idoli e che viene chiamata mucca e asino, dato che sta scritto: Io ho una mucca e un asino...."
Il rabbino Bechai, nel suo libro Kad Hakkemach, cap. I, che inizia con la parola Geulah - redenzione - riferendosi al Salmo 80, v. 13: Il cinghiale che si trova fuori dal bosco, lo sciupa davvero, dice:
"La lettera ain cade ((è sospesa/appesa)) nello stesso modo in cui questi adoratori sono seguaci di colui che fu appeso/sospeso." (((a proposito della lettera ain, vedere più avanti, al punto 12 - ndt)))
Buxtorf Lex.) dice:
"Per maiale selvatico l'autore intende qui i cristiani che mangiano maiale e che, come i maiali, hanno distrutto la vigna d'Israele, la Città di Gerusalemme, e che credono nel Cristo 'appeso'. La lettera ain viene fatta cadere in questa parola perchè anche essi, come adoratori di Cristo che fu appeso, vengono fatti cadere."
Il rabbino Edels, commentando il Kethuboth (110b) dice:
"Il salmista paragona gli Akum alle bestie immonde dei boschi."
10. PEGGIO DEGLI ANIMALI
Il rabbino Schelomo Iarchi (Raschi), famoso commentatore giudeo, spiegando la legge di Mosè (Deuter. XIV, 21) che proibisce di mangiar la carne di animali feriti, che deve invece essere data agli 'stranieri entro le tue porte,' o che, secondo Exodus (XXII,30), deve essere gettata ai cani, ha quanto segue da dire:
"... infatti egli è simile a un cane. Dobbiamo prendere la parola 'cane' che appare qui letteralmente? Certamente no. Infatti il testo, parlando di corpi morti, dice, 'Oppure tu potrai venderlo ad uno straniero. A maggior ragione, ciò si applica alla carne di animali feriti, per cui è permesso accettare il pagamento. Perchè allora la Scrittura dice che può essere gettata ai 'cani'? Per insegnare che il cane deve essere rispettato più del Nokri."
11. SI PROPAGANO COME BESTIE
Nel Sanhedrin (74b) Tosephoth, si dice:
"Il rapporto sessuale di un Goi è come quello di una bestia."
E nel Kethuboth (3b) si dice:
"Il seme di un Goi vale quanto quello di una bestia."
Da cui si deve desumere che il matrimonio cristiano non è un vero matrimonio.
Nel Kidduschim (68a), si dice:
"...Come lo sappiamo? Il rabbino Huna dice: "Si può leggere: Rimani qui con l'asino, cioè con gente simile all'asino. Da cui si vede che essi sono incapaci di contrarre matrimonio."
Ed in Eben Haezer (44,8):
"Se un ebreo/a contrae matrimonio con un Akum (un cristiano/a), o con il suo servo/a, il matrimonio è nullo. Infatti essi sono incapaci di contrarre matrimonio. Similmente, se un Akum od un servo/a contrae matrimonio con un ebreo/a, il matrimonio è nullo."
Nello Zohar (II,64b) si dice:
"Il rabbino Abba dice: Se avessero rapporti sessuali solo gli idolatri, il mondo non continuerebbe ad esistere. Perciò ci si insegna che un ebreo non deve cedere a quegli infami ladri. Infatti, se si propagassero in numero maggiore, sarebbe impossibile per noi continuare ad esistere a causa loro. Infatti essi danno vita a cuccioli nello stesso modo dei cani."
12. FIGLI DEL DIAVOLO
Nello Zohar (I,28b) leggiamo:
"Ora il serpente era più astuto di qualsiasi bestia del campo, ecc. (Genes. III,1) 'Più astuto' cioè per quanto riguarda il male; 'che tutte le bestie' cioè gli idolatri della terra. Infatti essi sono figli dell'antico serpente che sedusse Eva."
Il migliore argomento usato dagli ebrei per dimostrare che i cristiani appartengono alla razza del diavolo è il fatto che non sono circoncisi. Il prepuzio dei non ebrei impedisce loro di essere chiamati figli dell'Altissimo Iddio. Infatti con la circoncisione, il nome di Dio - Schaddai - si completa nella carne dell'ebreo circonciso. La forma della lettera Isch è nelle sue narici, la lettera Dalethnel suo braccio (flesso), e ain appare nell'organo sessuale attraverso la circoncisione. Nei gentili non circoncisi, e perciò nei cristiani, ci sono solo le due lettere, Isch e Daleth, che formano la parola Sched che significa diavolo. Essi perciò sono figli dello Sched, che significa diavolo.
13. L'ANIMA DEI CRISTIANI E' MALIGNA E IMMONDA
L'insegnamento degli ebrei è che Dio ha creato due nature, una buona e l'altra malvagia, oppure una natura con due lati, uno puro e uno immondo. Si dice che l'anima dei cristiani sia venuta dal lato immondo, chiamato Keliphah - scorza o crosta rognosa.
In Zohar (I, 131a) si dice:
"Gli idolatri, comunque, insozzano il mondo da quando esistono in quanto la loro anima è uscita dal lato immondo."
Ed in Emek Hammelech(23d) si dice:
"L'anima degl empi viene da Keliphah, che è morte e ombra di morte."
Zohar (I,46b,47a) procede a dimostrare che questo lato immondo è il lato sinistro, da cui è venuta l'anima dei cristiani:
"Ed egli creò tutte le cose viventi cioè gli israeliti, in quanto sono figli dell'Altissimo, e la loro anima viene da Lui. Ma da dove viene l'anima dei gentili idolatri? Il rabbino Eliezer dice: dal lato sinistro, che rende le loro anime immonde. Essi sono perciò immondi e contaminano tutti coloro che entrano in contatto con loro."
14. DOPO LA MORTE VANNO ALL'INFERNO
Gli anziani insegnano che Abramo siede all'ingresso della Gehenna e impedisce a tutte le persone non circoncise di entrarvi; ma che tutti gli incirconcisi vanno all'inferno.
Nel Rosch Haschanach (17a) si dice:
"Gli eretici e gli Epicurei e i Traditori vanno all'inferno."
15. IL DESTINO DEI CRISTIANI MORTI
Dopo la morte, i corpi dei cristiani vengono chiamati con l'odioso nome di Pegarim, che è la parola usata nella Sacra Scrittura per i corpi morti dei dannati e degli animali, ma mai per il corpo degli uomini pii che viene chiamato Metim. Perciò, lo Schulchan Arukh ordina di parlare dei cristiani morti nella stessa maniera degli animali morti.
Nello Iore Dea (377,1) si dice:
"Non si devono fare le condoglianze a nessuno a causa della morte dei suoi servi o serve. Tutto quello che si può dire è 'Possa Dio ridarti quello che hai perso, come si dice a qualcuno che ha perso una mucca o un asino."
Nè serve evitare i cristiani per sette giorni dopo che hanno sotterrato qualcuno, come stabilisce la legge di Mosè, dato che essi non sono uomini; infatti, il sotterrare gli animali non è causa di contaminazione.
Nello Iebhammoth (61a) si dice:
"I Nokrin non si contaminano con i funerali. Infatti sta scritto: Voi siete le mie pecore, le pecore del mio pascolo; voi siete uomini. Voi siete perciò chiamati uomini, non i Nokrim."
Articolo III - Sul Culto e i Riti Cristiani
Dato che i cristiani sono considerati idolatri dagli ebrei, tutte le loro forme di culto appartengano all'idolatria. I preti sono chiamati preti di Baal; i loro templi sono chiamati chiese di falsità e idolatria, e tutto ciò che contengono, come i calici, le statue e i libri, sono considerati oggetti fabbricati per il culto degli idoli; le loro preghiere, sia pubbliche che private, sono paccaminose e recano offesa a Dio; e le loro feste sono chiamate giorni della perversità.
1. PRETI
Il Talmud parla dei preti, i ministri del culto cristiano, come di idolatri appartenenti al dio Baal. Essi sono anche chiamati Komarim - indovini; e anche Galachim, i rasati, in quanto si rasano il capo, particolarmente i monaci.
Nell' Abhodah Zarah (14b) Toseph, si dice:
"E' proibito vendere i libri dei profeti agli indovini, dato che essi possono usarli per il loro culto del male nei loro templi dove si pratica l'idolatria. Coloro che lo fanno peccano contro la legge che ci proibisce di porre un ostacolo sul percorso di un cieco. E' anche proibito venderli ai cristiani che non sono rasati, in quanto essi sicuramente lo daranno o venderanno a uno di coloro che sono rasati."
2. LE CHIESE CRISTIANE
Un luogo di culto cristiano è detto (1) Beth Tiflah, casa di vanità e stoltezza, al posto di Beth Tefilah, casa di preghiera; (2) Beth Abhodah Zarah, Casa dell'Idolatria; (3) Beth Hatturaph Schel Letsim, Casa del Ridere Maligno.
Nell' Abhodah Zarah, (78), il Perusch di Maimonide, si legge:
"Si sappia che è cosa indubbiamente proibita dalla legge attraversare una città cristiana in cui ci sia una casa di vanità, cioè una casa dell'idolatria; a maggior ragione abitarci. Ma noi oggi, come punizione per i nostri peccati, siamo soggetti a loro, e siamo costretti ad abitare nei loro paesi, come predetto dal Deuteronomio (IV, 28): E là voi servirete gli dei, lavoro delle mani dell'uomo, di legno e pietra.... Così, se è permesso come predetto di passare attorno ad una città cristiana, a maggior ragione si dovrà passare attorno ad un tempio dove si pratica l'idolatria; nè ci è permesso guardar dentro e specialmente entrarvi."
All'ebreo è proibito non solo entrare in una chiesa cristiana, ma perfino avvicinarsi ad essa, eccetto in particolari circostanze.
Nello Iore Dea, (142,10) si dice:
"E' proibito sostare all'ombra di una casa dell'idolatria, sia all'interno che all'esterno, per una distanza di quattro cubiti dalla porta principale. Non è proibito, comunque, sostare sotto l'ombra del retro di una chiesa. Nè l'ombra ci è proibita se la chiesa sorge in un luogo dove prima c'era una strada pubblica, presa alla comunità, dove poi è stata costruita la casa dell'idolatria. Infatti la strada è sempre lì. Ma se la casa dell'idolatria esisteva prima della strada, non è permesso passare di lì in nessun caso."
Nè un giudeo può ascoltare o ammirare la bella musica delle chiese. Nello Iore Dea (142,15) si dice:
"E' proibito ascoltare la musica del culto degli idolatri, ed esaminare le statue dei loro idoli; infatti, anche solo guardandoli, si può rimanere influenzati dal male dell'idolatria. Ma si può guardare se si intende di non restarne influenzati."
Nello stesso modo i giudei non possono avere la casa vicino ad una chiesa: e nemmeno è loro permesso ricostruire una casa che è stata distrutta in tale luogo. Nello Iore Dea (143,1) si dice:
"Se cade una casa vicino ad un tempio dell'idolatria appartenente agli Akum, non deve essere ricostruita. L'ebreo deve spostarla ad una certa distanza se desidera ricostruirla. Ma dovrà riempire di cespugli e immondizie lo spazio rimasto vuoto fra la sua casa e la chiesa in maniera che non possa essere usato per allargare il tempio dell'idolatria."
A questo punto possiamo aggiungere ciò che un certo rabbino Kelomimis disse circa una chiesa cristiana (nel libro Nizzachon) all'imperatore Enrico III, che gli diede il permesso di dire la sua opinione liberamente sulla Basilica che aveva recentemente costruito a Spires:
"Dopo che l'Imperatore Enrico III, un uomo molto malvagio, ebbe finito la costruzione di quell'"Abisso," egli mandò a chiamare il rabbino Kelominus e gli disse: 'Voglio chiederti come ti sembra questa Basilica che ho costruito a paragone del Tempio di Salomone sul quale sono stati scritti tanti volumi.' Egli rispose: 'Mio Signore, se mi permettete di parlare liberamente, e se mi giurate di lasciarmi andare illeso, vi dirò la verità.' L'imperatore rispose: 'Hai la mia parola di amante della verità e di imperatore che non ti sarà fatto alcun male.' Allora l'ebreo disse: 'Se voi raccoglieste tutto quello che avete speso fino ad ora e lo aggiungeste a tutto l'oro e l'argento del vostro tesoro, tutuo ciò non sarebbe sufficiente nemmeno a pagare gli operai e gli artigiani che impiegò Salomone; infatti sta scritto (Cron. II. Ch. 2): E Salomone ordinò che uscissero tre dozzine e diecimila uomini per portare i pesi, e quattro dozzine mille per tagliare nelle montagne, e tre mila e seicento per sorvergliarli. Otto anni furono impiegati per la costruzione del Tempio, molti di più di quelli che sono serviti a voi per la costruzione di questo Tehom (abisso). E quando Salomone ebbe finito il suo tempio, vedete quello che la Scrittura dice a proposito di esso: I preti non potevano rimanere eretti per rendere servizio a causa della nube; infatti la gloria di Dio aveva riempito la Casa del Signore (Chron. II, Cap. 5,14). Ma se qualcuno caricasse un asino di putrida immondizia e lo conducesse all'interno di questo vostro abisso, nessuno si accorgerebbe della differenza!' L'imperatore Enrico allora rispose: 'Se non ti avessi giurato di lasciarti andare illeso, darei ordine che ti fosse tagliata la testa.'"
3. CALICI
I calici usati per il Sacrificio della messa vengono chiamati con il nome del vasellame che si usa per offrire sporcizia agli idoli. Mosè Kozzensis, nello Hilkoth Abhodah Zarah (10b) dice:
"L'ebreo che acquista dei calici del Goi, che siano stati rotti e gettati via, non può rivenderli a loro, perchè il prete di Baal li userebbe per il culto dell'idolo."
4. LIBRI
Il Talmud chiama i libri dei cristiani Minim - libri eretici - Siphre Debeth Abidan - Libri della Casa di Perdizione. Il Talmud in particolare parla dei libri dei Vangeli. Così in Schabbath (116a) Toseph:
"Il rabbino Meir chiama i libri eretici Aaven Gilaion (volumi di iniquità) perchè essi li chiamano Vangeli."
E il rabbino Jochanan chiama questi libri Aavon Gilaion, libri del male. Lo Schulchan Arukh, edizione di Cracovia, rende questo nome come Aven Niktabh al Haggilaion - iniquità scritta in un libro.
Buxtorf dice: "Nell' Arukh c'è una nota Scheker Niktabh al Gilaion, che significa, menzogna scritta in un libro."
Tutti gli studiosi del Talmud sono d'accordo sul fatto che i libri dei cristiani dovrebbero essere distrutti. Essi non sono d'accordo solamente per quanto riguarda ciò che si dovrebbe fare del nome di Dio che appare in essi. Nello Schabbath (116a) si dice:
" I glossari dei nostri stessi libri e i libri degli eretici non dovranno essere salvati dalle fiamme se dovessero prendere fuoco in giorno di sabato. Il rabbino Jose, comunque, dice: 'Nei giorni di festa i nomi della divinità dovranno essere strappati dai libri dei cristiani e nascosti; ciò che rimane dovrà essere dato alle fiamme.' Ma il rabbino Tarphon dice: 'Per potere ricordato dai miei figli, se quei libri dovessero mai cadere nelle mie mani, io li brucerei assieme con i nomi della divinità che contengono. Infatti, se uno è inseguito da un assassino o da un serpente, è meglio rifugiarsi in un tempio pagano che in uno dei loro; infatti i cristiani resistono scientemente alla verità, mentre i pagani lo fanno inconsapevolmente.'"
5. PREGHIERE
Le prechiere dei cristiani sono chiamate, non Tefillah, ma Tiflah. Lo spostamento del punto e l'inserimento di Iod, cambia il significato della parola che diventa peccato, stoltezza e trasgressione.
6. FESTE CRISTIANE
Le feste cristiane, specialmente la domenica, sono chiamateIom ED - giorno di distruzione, perdizione, sfortuna o calamità. Sono anche semplicemente chiamate Iom Notsri, giorni cristiani. La parola Ed, interpretata correttamente, significa sfortuna o calamità, come appare dalla Gemarah e dai glossari di Maimonide nell' Abhodah Zarah (2a):
"La parola Edehem significa le feste dei cristiani, dato che sta scritto (in Deuter.XXXII,35): i giorni della loro calamità."
Anche Maimonide, nell' Abhodah Zarah, dice:
"La parola Edehem sta a significare la stoltezza delle loro feste. E' il nome delle loro feste. E' il nome dei loro spregevoli giorni di festa che non meritano il nome di Moedim, in qanto sono veramente vani e perversi."
Anche Bartenora scrive:
"La parola Edehem è il nome delle loro ingnominevoli feste e solennità."
Anche le note a margine del Tosephoth danno questo nome alle feste cristiane. Così nell' Abhodah Zarah (6a):
"Il Giorno del Male, cioè il Giorno Cristiano, ci è proibito così come tutti i loro altri giorni di festa."
Alcune feste cristiane sono indicate per nome, come la festa di Natale e Pasqua. Mosè Mikkozzi, facendo riferiemnto al testo summenzionato dell' Abhodah Zarah, dice:
"Il rabbino Sammuel dichiara, nel nome di Salomone Iarchi, che particolarmente le feste di Natale e Pasqua, che sono i loro più importanti giorni del male e il fondamento della loro religione, ci sono proibite."
Maimonide, nello Hilkhoth Akum (cap.IX) dice la stessa cosa:
"Sammuel ripete le parole del rabbino Sal. Iarchi che ci proibiscono in particolare di celebrare le feste di Natale e Pasqua, che sono celebrate a causa di colui che fu appeso."
Inoltre, indicazioni dell'empietà degli ebrei si trovano nei nomi che essi danno a queste feste cristiane. Infatti, in luogo di usare Tav per la parola Nithal, essi spesso scrivono Tet e lo chiamano Nital al posto della parola latina Natalis, la festa della Natività. Essi fanno in modo che sembri che questa parola derivi dalla radice Natal che denota sterminio o distruzione. Similmente essi si rifiutano di usare la parola Paschal (Pesach) per la festa cristiana di Pasqua. Essi sostituiscono Koph a Phe e inseriscono la lettera iod e la chiamano Ketsach o Kesach. Entrambe le pronunce hanno un significato perverso. Ketsach viene dalla radice Katsah, che significa amputare o tagliar via, e Kesach viene dalla radice Jesa, che significa legno o forca. Fanno questo perchè la festa di Pasqua è celebrata dai cristiani in memoria di Cristo - colui che fu appeso - che fu messo a morte e risorse dai morti.
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1 commento:
per questo non si salveranno.... perché sapevano e non vollero vedere...
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