Adesso, anche l'atto più naturale é primordiale dellessere umano, dire "mamma e papà" rischia di diventare tabù e di essere considerato "linguaggio discriminatorio" perché offenderebbe i gay.
Accade oggi in Scozia ...accadrà domani in tutta Europa?
SCOZIA. DIRE “MAMMA E PAPA’” E’ OMOFOBICO: VIETATO!
Gli infermieri e gli altri professionisti della sanità dovrebbero evitare di usare i termini "mamma" e "papà" riferendosi alle relazioni familiari , perchè queste parole risulterebbero offensive alle coppie omosessuali con bambini. Lo dice una direttiva del Servizio Sanitario Nazionale della Scozia.
Pubblicata in accordo con la leadership di una organizzazione gay Stonewall Scotland, la pubblicazione è intitolata Fair For All - The Wider Challenge: Good LGBT Practice in the NHS. Ne ha scritto ampiamente Americans for Truth l'11 febbraio scorso.
La direttiva richiede "la politica della tolleranza zero per il linguaggio discriminatorio" nella sanità scozzese. E' considerato come linguaggio discriminatorio l'uso delle parole che si adoperano per la famiglia tradizionale composta da padre, madre e figlio, secondo quello che indica il Servizio Sanitario.
"LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) possono e devono avere bambini, l'orientamento sessuale o l'identità di genere non ha nulla a che fare con l'essere buoni genitori o crescere bene un bambino", viene affermato nel libretto.
"Le diverse circostanze possono condurre a una varietà di strutture familiari e di modelli parentali. E' importante sapere questo. Quando parlate con i bambini considerate di usare "genitori", "tutori" o "custodi", al posto di "madre" e "padre"", continua la direttiva.
Seguendo le stesse linee, viene precisato che l'uso delle parole "marito", "moglie" e "matrimonio" non è accettabile, poichè tali termini escludono lesbiche, gay e bisessuali. Invece, gli operatori della sanità potrebbero usare le parole "partners" e "parenti stretti". Ma siccome quest'ultimo termine può ingenerare equivoci, perchè si può intendere un legame di sangue, la direttiva dice che è preferibile usare "parner" o "amico intimo" per evitare confusioni.
"Questo permette al paziente di identificare e scegliere chi è importante per loro", giustifica il Servizio Sanitario.
Altra raccomandazione è di assicurare che l'ambiente sanitario deve essere rassicurante per le persone LGBT, mettendo anche poster e riviste gay e lesbiche in esposizione.
"Manifesti con immagini positive di coppie omosessuali, con materiale dello stesso tipo di coppie di sesso opposto, dovrebbero essere mostrate in tutti i reparti", così si suggerisce.
Per assicurare il comfort e la sicurezza delle persone LGBT negli ambienti sanitari, il Servizio Sanitario richiede che nella registrazione dell'identità sessuale non devono essere inclusi solamente i termini "maschio" e "femmina", ma deve essere incluso anche "altro", dove uno può sbizzarrirsi a indicare di quale genere sessuale è.
Nelle linee guida per implentare la protezione della gente LGBT, la direttiva richiede che tutti i funzionari devono sottoscrivere un impegno a combattere il linguaggio discriminatorio tra i lavoratori.
Naturalmente tutte queste idee strampalate pubblicate nella direttiva sono state pagate con le tasse dei contribuenti…
Fino a quando la Vergine riuscirà a trattenere la mano del Figlio?
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2 commenti:
Non sono profondamente religiosa come te e quindi magari il mio commento finale sarebbe stato differente....ma in ogni caso, pur ritenendomi piuttosto tollerante nei confronti delle altrui scelte di ogni genere, ritengo che queste imposizioni, stupide ed eccessive, abbiano come unico risultato quello di esasperare le persone e inasprire gli animi...ma davvero pensano di avere fatto una cosa intelligente? Un saluto, Daniela
Cara Daniela, nessuno può dire a un altro o a se stessa se è o meno prfondamente religioso. Siamo soltanto persone che decidono o meno di seguire un'altra Persona, tutto quì, rimanendo peccatori e miserabili.
Il problema omosessuale non è una questione di Fede o di Diritto Divino, ma una mera questione scentifica sul semplice piano del Diritto Naturale.
L'omossessualità è una patologia che che ne dicano gli interessati e i loro asserviti pseudoscenziati.
Ergo, in quanto patologia, è curabile, basta volerlo da parte del soggetto e fare sopra ricerca per scoprire migliori tecniche di cura per il futuro.
La canzone di Povia ha solo gettato un sasso in uno stagno, ma ha detto profondamente la verità: dall'omosessualità e comunque dal cosidetto disordine sessuale si può guarire.
La questione quindi è se, per capriccio di pochi, tutti si debba soccombere a quel capriccio.
Un saluto.
Giovanni
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